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Situazione attuale della Giustizia in Italia e ruolo della Mediazione
La macchina della Giustizia italiana è notevolmente appesantita dalla durata eccessiva dei processi giudiziari, spesso inutilmente prolungatisi per anni, generando un significativo ingorgo nell’apparato giudiziario. Vecchie cause si trascinano nel tempo mentre nuovi casi continuano ad accumularsi. Per fronteggiare questa problematica, il Legislatore ha introdotto lo strumento della Mediazione, un processo che permette di risolvere le controversie fuori dal Tribunale, promettendo tempi più brevi e una riduzione delle spese. Questa, si pone come mezzo cruciale al fine di decongestionare i tribunali, offrendo una via alternativa per la risoluzione delle controversie civili e amministrative. L’accordo raggiunto attraverso la mediazione è legalmente vincolante, alla stregua di una sentenza giudiziaria. Il mediatore, cioè il soggetto terzo che conduce la mediazione, può essere nominato dalle parti o, in alternativa, da un organismo di mediazione accreditato, che può appartenere sia al settore pubblico sia a quello privato. L’importante è che sia imparziale, neutrale e possieda le competenze necessarie per facilitare il raggiungimento di un accordo tra le parti in causa.
Quando la Mediazione è facoltativa
In questo scenario, le parti decidono volontariamente di sottoporsi al processo di mediazione, senza alcun obbligo di legge. Questa scelta può essere mossa dalla volontà di trovare una soluzione rapida e meno costosa rispetto al processo giudiziario tradizionale. La mediazione facoltativa è spesso utilizzata in casi di controversie commerciali, familiari o di vicinato.
Quando la Mediazione è obbligatoria
In alcuni ambiti, la legge italiana impone l’obbligo di tentare la mediazione prima di poter procedere con un’azione giudiziaria. Questo è particolarmente vero per il settore tributario, dove la mediazione è obbligatoria per ricorsi relativi ad accertamenti fiscali inferiori o uguali a 50 mila euro, come stabilito dalle modifiche legislative del 2018. In questi casi, il tentativo di mediazione è un prerequisito indispensabile per accedere al Tribunale. La mediazione tributaria diventa così un passaggio obbligato per chi desiderasse contestare un accertamento fiscale, con un procedimento che prevede una serie di step ben definiti, dalla notifica del ricorso alla formulazione di una proposta di accordo, dovendo concludersi entro 90 giorni.
Quando la Mediazione è delegata
La mediazione delegata si verifica quando un giudice, nel corso di un processo, ritiene che esista la possibilità di raggiungere un accordo bonario e decide di sospendere temporaneamente il processo, delegando un mediatore che faciliti il dialogo tra le parti. Questo tipo di mediazione è spesso utilizzato quando il giudice ritiene che una soluzione negoziata possa essere più soddisfacente per entrambe le parti, rispetto a una sentenza imposta.
Vantaggi per il contribuente con la mediazione in ambito Tributario
Optare per la mediazione significa scegliere una strada che può portare a una risoluzione più celere e meno onerosa delle controversie fiscali. Il contribuente può beneficiare di una significativa riduzione delle sanzioni e, in caso di esito positivo del processo di mediazione, evitare ulteriori costi. In ultima analisi, la mediazione contribuisce a rendere il sistema giuridico più efficiente e accessibile, un vantaggio non solo per i singoli contribuenti, ma per l’intera collettività.
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